Eurovision 2023 insieme a Massive Wave!
Come ogni anno a Maggio, oltre che a chili di polline, arriva l’Eurovision Song Contest, cioè l’evento non sportivo più seguito al mondo! Negli anni dalla manifestazione sono usciti talenti come Celine Dion, Abba, Duncan Lawrence e i Maneskin. Dell’ultima edizione italiana ricordiamo la viralissima Snap di Rosa Linn. Quest’anno la gara si svolge a Liverpool sotto il segno della bandiera Ucraina, paese vincitore della scorsa edizione che non ha potuto ospitare l’evento a causa del conflitto ancora in corso. La gara che prevede nella serata di Sabato 13 Maggio la gran finale, decreta il vincitore tramite una giuria di esperti presentata da ogni stato partecipante e da una votazione popolare che avviene tramite App o sito web.
Ma andiamo a scoprire quali sono i brani più interessanti (e strani) di quest’anno!
Albina & Familja Kelmendi - Duje (Albania)
Iniziamo questa lunga carrellata di brani da tutta Europa e non solo con l’Albania che porta un pezzo che richiama i suoni dell’est europa.
Le grandi capacità vocali di Albina però vanno in forte contrasto con la strumentale latino-albanese prodotta dalla sua famiglia di musicisti.
Da notare ben 50 secondi di vocalizzi che onestamente favoriscono lo skip compulsivo. Metà classifica sarebbe una posizione più che onesta.
Dal sito dell’organizzazione si legge che Brunette arriva dalla “viralità delle sue hit”, talmente virali che non sappiamo chi sia.
Comunque a parte la nostra boomeraggine, il brano ha una stuttura decisamente complessa con una parte in cui la voce raddoppia e i cori entrano incalzanti fino alla seconda parte in cui lei parte con una rappata veloce e ben scandita.
Potrebbe arrivare nelle prime posizioni.
Brunette - Future Lover (Armenia)
Voyager - Promise (Australia)
L’Australia ci regala sempre stranezze ma quest’anno sembra più regolare.
Diciamo “sembra” perchè questo brano parte come un classico pezzo rock elettronico anni 2000 con intro di tastiere e ritornello schitarrante poi si arriva al minuto 1:57 dove il chitarrista pelato impazzisce e fa un gargling heavy metal totalmente buttato a caso.
Va beh, si vede che aveva voglia. Non più di metà classifica comunque.
L’Austria si qualifica in finale dopo 5 anni e lo fa con il duo Teya e Salena e un brano che critica la scarsa riconoscenza del lavoro delle figure femminili nel music business storicamente maschilista.
Il fantasma di Edgar Allan Poe si è impossessato della macchina da scrivere del duo così da permettergli di scrivere delle hit per cui verranno arrestate una volta scoperte.
Un buon messaggio da lanciare da un palco internazionale. Canzone orecchiabile con una buona strumentale.
Teya & Salena - Who The Hell Is Edgar? (Austria)
TuralTuranX - Tell Me More (Azerbaijan)
Un brano d’altri tempi che sicuramente spicca per qualità rispetto alle altre proposte dell’Azerbaijan.
Molto Twenty On Pilots con qualche accenno agli anni 60; decisamente molto poco in stile Eurovision infatti sarà bassissimo in classifica, ma vince sicuramente il premio qualità.
Non presenta nulla di particolarmente stravagante e suona molto moderatamente rock. Forse si sono presentati al pubblico sbagliato, in un piccolo stage a Glastonbury sarebbero più apprezzati.
L’esatto opposto dell’Azerbaijan. Gustaph è stato per anni un turnista che ha fornito la voce a molti artisti tra cui gli Hooverphonic (Eurovision 2021).
Un brano dance a tutto vogueing, piano, basso e violini che ricorda molto (troppo) le produzioni di Madonna.
Forse una visione un po’ troppo macchiettistica della scena house anni 90.
Piace ma si poteva fare meglio.
Gustaph - Because Of You (Belgio)
Let 3 - Mama ŠČ! (Croazia)
Gli Elio e le Storie Tese croati propongo un brano ironico contro la guerra con una struttura decisamente complessa. Non la sciatevi ingannare dall’aspetto buffo da Village People perchè le sonorità sono tutt’altro che banali.
Sicuramente emergeranno per il carattere politico del brano e faranno parlare di sè.
Dubito che prenderanno molti voti politicamente corretti.
Diciamo che questa edizione dell’Eurovision può finire qua. Andrew Lambrou surfa sopra violini e percussioni in pieno stile Eurovision.
Ricorda molto Duncan Lawrence (Rotterdam 2019) quindi potrebbe partire con un vantaggio importante agli occhi della critica.
Cipro non è mai stato votatissimo dal pubblico però mai dire mai.
Andrew Lambrou - Break A Broken Heart (Cipro)
Vesna - My Sister's Crown (Repubblica Ceca)
Pezzo uptempo molto ritmato che mescola un coro molto in stile tradizionale balcanico con un beat sincopato elettronico.
Però nulla da dire in più.
Menzione particolare al videoclip, forse uno dei più belli della manifestazione.
Non ci punterei molto.
“Pink skies, red wine, I called you mine”
Direi che si commenta da sola.
A parte gli scherzi, non è una brutta produzione, strizza l’occhio al synthpop però il produttore danese sembra aver fatto copia e incolla da altri mille brani uguali.
Poco contestualizzabile all’Eurovision.
Peccato perchè la Danimarca è uno dei paesi che segue di più l’Eurovision e si meriterebbe più originalità.
Reiley - Breaking My Heart (Danimarca)
Alika - Bridges (Estonia)
Co-writer di Arcade di Duncan Lawrence, infatti si sente tutta l’impostazione piano-voce che piace tanto all’Eurovision ma non attacca un sound pop e purtroppo non lascia molto all’ascoltatore.
Nonostante le importanti capacità tecnice, rimane un brano molto anonimo, fine a se stesso e che può vivere solo all’interno della manifestazione.
Si, anche meno.
A stento si riesce ad arrivare al minuto di ascolto.
Basso che picchia, vocale punk urlato, chitarra buttata a quattro accordi sgangerati.
Sicuramente un brano di rottura però alla fine l’unica cosa che ha rotto si può facilmente intuire.
Käärijä - Cha Cha Cha (Finlandia)
La Zarra - Évidemment (Francia)
I cugini francesi se la cavicchiano abbastanza bene con un soulful disco prodotto da Banx & Ranx (già collaboratori di Sean Paul e Dua Lipa).
La Zarra impacchetta il brano con un’ottima intro e poi riparte con la cassa funkettone e gli archi alla Barry White.
Un brano che si ascolta facilmente e richiama il classicismo parigino, senza sconfinare in giri melodici barocchi, mantenendo una certa compostezza.
Molto buttata a caso ma non malaccio.
I Lord of The Lost sono una band che arriva dall’industrial metal quindi sentirli dire “blood and glitter, so happy I could die” può far storcere un po’ il naso, però non è sicuramente un pezzo da buttare.
Il rock e la voce baritonale viene smorzata da un giro di synth molto accattivante.
Non otterrà molti voti ma mai dire mai.
Lord Of The Lost - Blood & Glitter (Germania)
Noa Kirel - Unicorn (Israele)
Qualcuno può dire a Israele che non deve ogni anno proporre per forza una copia di Araiana Grande? Grazie.
Comunque Noa Kirel arriva da Israel’s Got Talent e a quanto pare è una specie nel suo paese di origine.
Sul brano non c’è molto da dire; è potente, sicuramente ben fatto, ma, come spesso capita nelle competizioni canore, molto fine a se stesso e e fuori dalla manifestazione potrebbe perdersi.
Malta decide di portare la copia dei Jonas Brothers.
Tre sexy ragazzi dal bel visino che fanno funky.
Però lo fanno bene. Il pezzo si fa ascoltare senza troppi indugi.
Nulla di pretenzioso, nulla di indimenticabile, fa il suo.
Metà classifica e siamo tutti contenti.
Ma sicuramente troveranno altri modi di passare la serata e la nottata in albergo.